Mi chiamo Pasquale e vengo da una famiglia con mamma cattolica praticante. La mia infanzia è stata tranquilla in una famiglia unita anche se modesta. All’età di 12 anni lo zio, fratello di mia mamma che viveva da un po’ di anni in provincia di Lecco, consigliò ai miei genitori di trasferirsi al nord per offrire un futuro migliore ai propri figli. Fu così che ci trasferimmo dalla Puglia alla Lombardia. Fui accolto molto bene dai ragazzi del posto e nacque una bella amicizia. Ancora oggi quando ci incontriamo siamo contenti e ci interessiamo del momento che stiamo vivendo. Ho frequentato l’oratorio e il calcio era la mia passione. Finita la scuola media, a 15 anni entrai nel mondo del lavoro come apprendista. E’ stato un periodo importante per la mia formazione lavorativa ma anche faticoso. Ricordo che prendevo il treno alle ore sei del mattino e rientravo alle ore 23 perché frequentavo la scuola serale. Nel 1968, anno di grandi cambiamenti sociali, l’ideologia prese anche me; non c’era sciopero con manifestazione in cui non fossi stato presente. Nel 1973 fui assunto da una grande azienda e dopo un corso di sei mesi sono andato in trasferta per 5 anni: un anno a Pistoia e quattro anni a Savigliano, in provincia di Cuneo. A Pistoia c’erano altri giovani colleghi e avevamo il tempo anche per dialogare tra di noi. Un giorno si parlava del matrimonio e della convivenza. Io ero per la convivenza ma c’era un ragazzo che era per il matrimonio e, a una mia precisa domanda la risposta fu perché era un cristiano, credeva in Dio, nella Bibbia e in Gesù come suo Signore Salvatore. Da qui il discorso si ampliò e toccammo vari argomenti. Quello che mi fece più riflettere fu la santità, la giustizia di Dio e la condizione di tutti gli uomini separati da Dio a causa della disubbidienza alla sua legge. Tutto ciò mi spinse a leggere la bibbia per conoscere il messaggio di Dio. Cominciai a frequentare la chiesa evangelica di gorgonzola e il Signore parlava al mio cuore, ma io gli resistevo perché vedevo tante problematiche e conseguenze a una mia eventuale conversione. La giustizia era il mio punto debole perché mi ritenevo giusto rispetto a tante persone, ma la bibbia dice che non c’è nessun giusto e che siamo tutti colpevoli davanti alla giustizia assoluta di Dio. Dopo il matrimonio, il Signore mi fece dono di un figlio che ci riempì di grande gioia. Mi resi conto che non potevo più temporeggiare, che dovevo scegliere da che parte stare. Chiesi a Gesù di entrare nel mio cuore e lo accettai come mio Signore e personale salvatore, e dopo alcuni mesi chiesi di essere battezzato. In seguito mia madre che mi seguiva la domenica al culto divenne da figlia di Maria a figlia di Dio, così anche nel tempo mia moglie e la conversione di mio figlio. Ringrazio Dio per la sua pazienza, il perdono, l’amore, per le benedizioni che mi ha dato, di onorarlo in questa vita e nell’attesa del suo ritorno, per entrare nella città celeste, dove non ci saranno più dolori, lacrime, guerre, invidie, ingiustizie, a vivere l’eternità con Gesù. A Dio la gloria, che solo per grazia in virtù del sacrificio sulla croce di Gesù Cristo potevo essere salvato.