Quando io avevo circa 14 anni ebbi un sogno. In questo sogno io mi alzai e cominciai a parlare della parola di Dio e c’era tanta gente intorno a me. In quel tempo, alcuni miei parenti frequentavano una chiesa evangelica. Vari anni dopo, quando ero sposato e con le mie prime due figlie, un giorno ci trasferimmo da una città all’altra in Ecuador. Io lavoravo come manovale. Erano passati già sette anni ed era arrivato il tempo che le mie figlie andassero a scuola, ma avevamo difficoltà economiche. Mia moglie un giorno mi disse: “Johnny, guarda che c’è una che una scuola evangelica in cui aiutano i bambini, cosa ne pensi se iscriviamo nostra figlia lì?” Io non avevo molta scelta e risposi “va bene”. Per un anno non ho mai conosciuto quell’adunanza ma un giorno, il pastore Renè di quella chiesa, mi chiese se potevo aiutarlo facendo dei piccoli lavori. Io gli dissi di si. Quando sono andato, mi sono reso conto che lui non aveva molto bisogno, ma che mi aveva chiamato per darmi un aiuto economico. Finito il lavoro, mi disse: ”c’è un’altra cosa che voglio farti fare. Voglio portarti a vedere un terreno per costruire una scuola”. Così andammo il giorno seguente. Quando arrivammo all’appuntamento, il lotto era bruttissimo. C’era un fiumiciattolo che lo attraversava e in mezzo a questo terreno c’era una discarica. Io avevo in mano un piccolo macete e gli ho detto: ”vado un attimo giù in fondo a vedere se dentro lì c’è un un tubo di drenaggio”. Sono andato, ho pulito e veramente c’era un tubo. Sono tornato con un bel sorriso, ho detto al pastore che si poteva fare. Lui mi disse con un bel sorriso: ”Jonny, lei è l’unico di tutti quelli che ho portato che mi ha detto una cosa positiva”. Nel mese di agosto del 1990 arrivarono un gruppo di 15 fratelli americani per costruire la scuola. Eravamo lì a scavare sporchi e sudati. Le sorelle ci portavano da bere, era bellissimo; eravamo circa 60 persone che lavoravano. A fine giornata mi sono seduto sul bordo del cantiere. Arrivò un fratello di nome Charles che parlava un po’ di spagnolo e un po’ di inglese. Cominciammo a parlare. Lui mi sorrise. Io fisicamente sorrisi, però internamente e spiritualmente ero a pezzi, perché la fatica che si fa senza uno scopo solo porta via energie e non si ha pace. Quando lui mi chiese se volevo accettare Gesù Cristo come mio unico Salvatore, io risposi: ”e i miei amici?”. Lui mi rispose: ”scusa, non ho capito.” Subito una voce dentro di me mi disse: ”Chi sono i tuoi amici?” Accettai in quel momento il Signore. Pregammo, e lì la mia vita cominciò a cambiare. Il giorno seguente lavoravo con molta più gioia. Anche mia moglie si convertì dopo poco tempo, appoggiata da un gruppo di sorelle che si riunivano per studi biblici. I miei figli hanno cominciato a crescere con la Parola di Dio ed erano molto felici, cominciavano a pregare. Io cantavo inni di gioia al Signore suonando la chitarra. Un giorno il pastore della chiesa mi disse che dovevo battezzarmi. Io accettai e lo feci in un ruscello piccolino di campagna, con mia moglie che era incinta del nostro quarto figlio. Il Signore cambia le vite e non le cambia per il male di nessuno, anzi per il meglio, per poter riconoscere i nostri errori. L’importante è prima avere fede, lasciarci guidare da Dio e fare la sua volontà. Negli anni 2000 ci trasferimmo in un altro paesino, e poi infine in Italia. il Signore mi ha portato quì perché nella mia vecchia vita iniziai a trascurare la mia fede per il lavoro. Sono arrivato in Italia prima da solo. Dio mi ha fatto provare la solitudine. Sentivo il bisogno di mia moglie. Dopo sei mesi lei mi ha raggiunto e abbiamo iniziato a vivere una nuova vita con fatica. Un giorno camminavamo per le strade di Milano a mezzogiorno di domenica in cerca di una chiesa. A un certo punto camminavamo per una strada sporca, quando ho visto un cartello con scritto “Chiesa Evangelica dei Fratelli”. In quel momento che io stavo leggendo il cartello vidi dei fratelli che uscivano da questo portone grande. Mi chiesero che cosa cercavo. Io parlavo un po’ italiano, un po’ spagnolo, però capii che il giovedì c’era lo studio biblico al quale mi invitarono. Iniziammo a frequentare quella chiesa, e dopo qualche anno il Signore ci portò nella provincia di Lecco, che adesso frequento con la mia famiglia. I fratelli pregavano perché io e mia moglie potessimo ricongiungerci ai nostri figli. Un giorno, mi proposero un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Ho firmato il contratto senza guardare, quando il datore di lavoro mi disse, “guardalo, te l’ho fatto indeterminato!”. Io risposi: “ok, grazie, grazie!!!” Grazie alle benedizioni eravamo contenti di riunificare la nostra famiglia in Italia. E’ per questo che io oggi seguo il Signore. No, non è perché lui mi ha benedetto, mi ha fatto portare mia moglie e i miei figli con me. No, no assolutamente, non è per questo. E’ perché io sono salvo! Il resto è conseguenza della fede. Non si ferma lì la mia storia, è molto più lunga. Ormai sono già più di vent’anni che sono in Italia. Pregavamo per una casa e un bel giorno bussano alla mia porta. Una signora mi dice che sua zia vendeva la sua casa a 25.000 €. Io dissi che non avevo tutti quei soldi, avevo solo 8.000 € da parte. Un giorno, dopo il culto mi ritrovai a casa con mio fratello verso le tre pomeriggio e suonò il telefono. Ascoltai: “ciao sono Daniele, la zia vuole parlare con te”. Risposi: “va bene vengo subito”. Arrivai alla loro casa, e la nonna di 99 anni era lì seduta su una sedia”. Dissi: ”ciao nonna!”. Lei rispose: ”ciao, ciao, vieni, siediti”. Poi proseguì: “non riesco a dirglielo”. Sua nipote continuò: “la nonna ha deciso di regalarti quella casa!”. io sono rimasto paralizzato. Mi ricordo che la nonna mi urlò: ”dimmi qualcosa!”. L’unica cosa che riuscii a dire fu: “grazie!, grazie!” e abbracciarla. Dio non trascura mai i suoi figli. Non siamo perfetti perché tutti i giorni pecchiamo, tutti i giorni sbagliamo, ma lui è pronto a perdonarci. Ripeto, non è per i doni che io amo il Signore. Non perché mi ha portato in Italia, non perché mi ha regalato una casa, e tante altre cose; ma perché ha dato la sua vita per noi ed è pronto per ricevere a qualunque persona. Qualunque sia la tua sofferenza, non devi trattenerti, parla con Lui, diglielo, apri il tuo cuore al Signore. Ti invito, caro amico, caro amica, a provare a cercare una relazione con Dio, perché solo lui sistemerà la tua vita quì sulla terra e ti salverà per l’eternità.